lunedì 10 luglio 2017

Le noci di cocco uccidono più degli squali. “Paure fuori luogo. Perché temiamo le catastrofi sbagliate”. Il nuovo libro di Mario Tozzi


Mario Tozzi è un geologo e un divulgatore scientifico, noto anche come autore e personaggio televisivo; da poco ha pubblicato il suo ultimo libro dal titolo “Paure fuori luogo. Perché temiamo le catastrofi sbagliate” edito da Einaudi e pone delle domande sulle nostre paure collettive: di che cosa abbiamo paura, quando parliamo di catastrofi? Quali sono le nostre paure ataviche rispetto alla Terra? E perché abbiamo paura quando non dovremmo e non ne abbiamo quando dovremmo?
In effetti ci sono paure collettive profondamente sbagliate; tutti noi temiamo gli squali ma nessuno teme le noci di cocco. Eppure gli squali causano meno di dieci morti all’anno mentre la caduta di noci di cocco causano oltre cento morti all’anno. Sono stati girati molti film sugli squali assassini ma forse non vedremo mai nessun film sul frutto tipico dei paesi caldi. Un altro fenomeno è quello delle scie chimiche; i complottisti sostengono che gli aerei di linea diffondono veleni dai loro reattori, fino a condizionare il clima e assoggettare le nazioni. In realtà si tratta di scie di condensazione del vapore acqueo che i reattori spargono nell’atmosfera. E poi ci sono le paure delle meteoriti, degli extraterrestri mentre pochi si preoccupano delle paure vere, delle catastrofi vere che riguardano il cambiamento climatico, l’esaurimento delle risorse, il consumo del territorio, il problema dei rifiuti, gli inquinamenti e l’impoverimento della vita che sono imminenti e potrebbero essere evitate se solo ci comportassimo in modo differente.



La vera paura dovrebbe essere il drammatico cambiamento del clima che sta causando l’uomo con il mercato globale, ma pare che nessuno si preoccupi. “Il sistema alimentare mondiale è una gigantesca macchina le cui emissioni stanno modificando il clima più del traffico veicolare e delle fabbriche. Oltre un terzo dei gas climalteranti proviene dall’agricoltura, e l’allevamento, da solo, contribuisce per il diciotto per cento. Si, le bistecche sono responsabili dell’innalzamento medio delle temperature dell’atmosfera e degli oceani”. Basti pensare che dal 1850 ad oggi è sparito più del cinquanta per cento dei ghiacciai alpini. L’autore nel suo libro fornisce numerosi dati scientifici che confermano questi dati. A causa del cambiamento climatico, si sono verificati eventi metereologici a carattere violento: dal 1970 hanno ucciso due milioni di persone e trecentomila sono morte per la siccità nella sola Etiopia.
C’è un altro dato molto preoccupante: un terzo del cibo che mangiamo dipende dagli insetti ma gli uomini sono responsabili della distruzione di ventisettemila specie all’anno. Le api impollinano il novanta per cento delle piante e la loro estinzione comporterebbe l’estinzione dell’uomo.
Il libro fornisce importanti riflessioni anche sull’acqua, la deforestazione, il cibo spazzatura, i rifiuti prodotti dall’industrializzazione e dal mercato globale: basti pensare che la plastica, forse la scoperta tecnologica più rilevante dall’età dei metalli, è anche la più inquinante; ha inciso notevolmente nel nostro ecosistema, e in appena mezzo secolo, la plastica è diventata essa stessa plancton, con tutte le conseguenze che possiamo immaginare. Queste dovrebbero essere le nostre vere paure, ma continuiamo inspiegabilmente ad ignorarle. Un libro da leggere e tener presente, perché non abbiamo più tempo per minimizzare le vere catastrofi!

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