sabato 2 gennaio 2016

CONTRO OGNI ASSOLUTISMO!



Attualmente nel mondo ci sono 65 Stati che sono in guerra e 668 milizie e gruppi separatisti coinvolti (Conflitti in corso). Se analizziamo questi conflitti, la maggior parte di essi sono causati da credi religiosi o ideologie politiche che incarnano verità eterne, dogmi indiscutibili, principi assoluti; idee che limitano la libertà di pensiero e lo sviluppo di una società, fino a convincere giovani terroristi ad imbracciare delle armi, compiere massacri e farsi saltare in aria. Fondamentale in questo contesto pensare ai tanti conflitti della storia per capire che in effetti spesso nascono sempre dalla stessa matrice, cioè da un’idea assoluta e indiscutibile.

Il pensiero assoluto, sia esso religioso che politico, genera un profondo fanatismo. Nelle varie epoche, in nome di Dio sono stati commessi massacri, eccidi e genocidi. In nome di Dio sono state distrutte opere d’arte di importanza universale, sono stati bruciati libri e biblioteche di inestimabile valore. In nome di Dio sono stati messi al rogo, torturati e imprigionati filosofi e scienziati che hanno dato un contributo fondamentale al progresso della conoscenza. Dalle Crociate allo sterminio delle civiltà precolombiane, dagli Scismi alle Inquisizioni, i conflitti interminabili in Medio Oriente, i genocidi del secolo scorso, l’uomo conosce bene il pericolo del pensiero assoluto.


Tra il XVI e il XVII secolo l’Europa è stata attraversata da sanguinose battaglie di religione; Giordano Bruno (1548- 1600) e Michel de Montaigne (1533 - 1592) avevano denunciato la pericolosità del dogmatismo, concetto che sarà ripreso con forza nell’Illuminismo. La presunzione di possesso della verità in tutti gli ambiti possibili, esclude di fatto ogni possibilità di discussione e di dialogo, perché nel momento in cui si ha una verità, diventa superfluo discutere con gli altri. Chi possiede la verità non è portato ad ascoltare il punto di vista dell’altro, semmai di convertirlo. Amos Oz, scrittore e saggista israeliano, sottolinea la pericolosità del fanatismo; il terrorista, nella sua follia, uccide per il bene dell’umanità, per redimere l’umanità; questo forse è l’aspetto più preoccupante. E allora l’unico antidoto all'assolutismo è il diritto alla critica. Opporsi alla verità assoluta, opporsi ai dogmi, significa battersi per una cultura laica che difende innanzitutto ogni singolo individuo, il confronto delle idee, il diritto di scegliere senza delegare a nessuna autorità politica o religiosa questa libertà. Negare la verità assoluta significa considerare la pluralità delle opinioni, la pluralità delle lingue, delle religioni, delle culture; questa è una immensa ricchezza dell’umanità e non un ostacolo; la conseguenza non può che essere una migliore convivenza tra gli uomini. Accettare la fallibilità della conoscenza, accettare l’inevitabilità dell’errore non significa abbracciare l’irrazionalismo, ma esercitare il diritto alla critica; oggi più che mai è irrazionale l’uomo convinto di una idea assoluta che lo può portare al fanatismo, perché come ci ricorda S. Castellion (1515-1563): “Uccidere un uomo non è difendere una dottrina, è uccidere un uomo".

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