Bisogna avere uno stomaco di ferro per leggere il libro
dal titolo “Siete pazzi a mangiarlo!” ma ne vale assolutamente la pena.
L’autore, Christophe Brusset, è stato un
ingegnere che ha lavorato per circa vent’anni ai massimi livelli delle
principali multinazionali del cibo e svela i meccanismi, le procedure e i
trucchi che si nascondono dietro i prodotti che troviamo sugli scaffali e come
i grandi supermercati costringono i produttori ad abbassare la qualità dei
prodotti per mantenere le superofferte che tutti rincorriamo.
Già dai primi capitoli, Brusset ci parla del
“pericolo giallo” ovvero dei prodotti alimentari che arrivano dalla Cina, un
paradiso della corruzione e della frode. Dal 2008 al 2013 si sono avuti
numerosi scandali: dal latte contaminato con la melammina (sostanza tossica
ricca di azoto) all’”olio di scolo” ricavato dall’olio di frittura dei
ristoranti per poi essere rivenduto come olio da tavola; dal traffico di maiali
trattati con clenbuterolo (anabolizzante cancerogeno) ai cavoli con formolo per
migliorarne la conservazione; dalla carne di topo o di volpe venduta come manzo
o pecora al “tofu tossico” contenente un agente sbiancante cancerogeno chiamato
idrossimetansolfinato, e così via. I prodotti alimentari cinesi di cattiva
qualità vengono esportati in tutto il mondo da circa trent’anni, anche in
Europa, quindi la cosa ci riguarda direttamente.
Ma anche le aziende agroalimentari europee non
sono da meno e riescono a truffare abilmente i consumatori. Ed ecco allora che
una grande percentuale di formaggi prodotti industrialmente contengono latte
termizzato, sterilizzato e inseminato artificialmente, imbottiti di additivi
come i sali di fusione, polifosfati e citrati; infine viene aggiunta acqua in
modo da aumentarne il peso per abbassare i costi; questo a discapito della
qualità e del sapore.
Nell'industria alimentare si ricorre ad un
massiccio uso di additivi. Ne esistono tantissimi: “ce n’è per il colore o per
il sapore, per la buona conservazione, per addensare, per abbassare le calorie,
per evitare che un cibo schiumi o diventi appiccicoso, perché luccichi, crocchi
o sia bello gonfio, e per molte altre finalità.”
I prodotti maggiormente manipolati nelle
industrie agroalimentari sono i salumi. Vengono infatti pompati con
polifosfati, proteine di sangue, gelificanti per trattenere l’acqua, zucchero,
glutammati, aromi per il sapore; per la conservazione viene impiegato
l’ascorbato di sodio e sali nitritati. Il prosciutto utilizzato nei cordon bleu
o nelle pizze surgelate subiscono ulteriori procedimenti. Per quanto riguarda i
salumi affumicati, viene utilizzato il “fumo liquido” ovvero un aroma che
assomiglia al catrame; è rapido, facile ed economico.
Ma tanti sono i prodotti che vengono
“manipolati” che Brusset descrive nel suo libro: pomodoro concentrato pieno di
tracce di lieviti e di muffe; miele che spesso non ha visto neppure un’ape,
composto principalmente da fruttosio e glucosio; spezie orientali in polvere
“verniciati” e senza sapore; origano composto principalmente dal sommacco;
cipolla indiana tritata finemente e fatta passare per scalogno; lasagne
prodotte con carne di cavallo rumena e fatta passare per manzo, per non parlare
di oli, frutta, verdura, pesce, marmellata ecc.
Negli ultimi anni nel mondo c’è stato un
aumento preoccupante di malattie cardiache, cancro, obesità, diabete e allergie
varie legate all'alimentazione; il cibo spazzatura è diventata una vera e
propria epidemia mondiale tanto che Brusset ci dà un consiglio inquietante: “Se
avete qualche risparmio, investite in azioni di ditte produttrici di compresse
contro il bruciore di stomaco, le allergie o il cancro. Qualcosa mi dice che
hanno un grande futuro.”
Allora ci domandiamo, come mai nei nostri
piatti finisce tanta spazzatura se è veleno per il nostro corpo? La risposta è
molto semplice. il capitalismo mondiale non si pone la domanda se sia
moralmente giusto o sbagliato vendere un prodotto alimentare scadente, semmai
come realizzare il massimo dei profitti riducendo i costi al minimo.
Delocalizzare un’azienda e produrre quindi gli alimenti nei paesi asiatici ad
esempio, consente di pagare meno i lavoratori, licenziarli facilmente e con una
maggiore possibilità di vincere una gara d’appalto.
Cosa possiamo fare affinché sulla nostra
tavola arrivino prodotti di qualità? Lo stesso Brusset alla fine del libro
riporta una piccola guida per difenderci, come ad esempio controllare le
origini del prodotto, evitare i prezzi eccessivamente bassi e scontati,
privilegiare le grandi marche, evitare le polveri e le puree, controllare le
liste degli ingredienti, le confezioni, le date di scadenza e così via. Se
cambia la domanda cambierà anche l’offerta!
Nessun commento:
Posta un commento