Il 20 gennaio Donald Trump è diventato il 45° presidente degli Stati
Uniti d’America. Ai molti giornalisti che avevano sottolineato la poca
partecipazione al giorno del giuramento a Washington, il neopresidente
ha replicato: «La mia è stata la cerimonia più partecipata di sempre,
punto e basta». La polizia di Washington ha valutato i partecipanti in
poco più di 300 mila, meno della metà rispetto alle inaugurazioni di
Obama, e le foto aeree hanno confermato i molti spazi vuoti della
piazza.
Sean Spicer, l’addetto stampa di Trump, aveva riportato le stesse
parole del presidente nonostante le obiezioni immediate dalla sala
stampa. Kellyanne Conway, consigliera politica della Casa Bianca, in
un’intervista alla Nbc difese Spicer sostenendo che: “Sean Spicer ha
offerto dei fatti alternativi” e il giornalista ha replicato
semplicemente che: “I fatti alternativi non sono fatti, sono menzogne”.
Con il termine “fatti alternativi” la Conway ha innescato un’incredibile
curiosità intorno al romanzo distopico di George Orwell, ed in pochi giorni 1984 è diventato il libro più venduto negli Stati Uniti, tanto che l’editore Penguin si è attivato subito per nuove ristampe.
Perché un libro pubblicato alla fine degli anni quaranta del secolo
scorso, continua a suscitare grande interesse, non solo in America ma in
tutto il mondo?
Il libro di George Orwell nasce soprattutto come una critica spietata nei confronti del regime sovietico
ma il tema può essere esteso contro ogni regime dispotico e totalitario
che controlla e manipola i suoi sudditi. In un ipotetico futuro, Orwell
immagina la Terra divisa in tre grandi potenze totalitarie: Oceania,
Eurasia ed Estasia, impegnate a mantenere il controllo totale sulla
società. In Oceania, ad esempio, esiste un solo partito, governato dal Grande Fratello,
un personaggio che nessuno hai mai visto di persona ma che appare nei
manifesti affissi ovunque. Le vite dei cittadini sono controllate grazie
a dei televisori forniti di telecamere, installati in ogni abitazione e
non è possibile spegnerli. Ma è soprattutto la Neolingua che
si concretizza nella visione della realtà da rendere impossibile lo
sviluppo di un pensiero critico individuale. Per questo motivo gli
slogan del Grande Fratello recitano: “la guerra è pace”, “la
libertà è schiavitù”, “l’ignoranza è forza” e soprattutto “la menzogna
diventa verità e passa alla storia”.
Il controllo del linguaggio può diventare quindi uno strumento di
controllo del pensiero perché le parole evocano obbligatoriamente
concetti e processi mentali. L’economista Stuart Chase sosteneva infatti
che “il linguaggio è l’arma più potente dell’arsenale dei despoti e dei
demagoghi” e le dittature hanno sempre utilizzato gli organi di
informazione in modo totale come propaganda. Anche i sistemi democratici
in realtà possono scivolare in democrazie fittizie quando un sistema
limita la pluralità di informazione e la visione della realtà; e allora
ben venga rileggere un capolavoro senza tempo come 1984.
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