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Il 2018 sarà un anno
ricco di appuntamenti politici nazionali e internazionali: dall’Europa
all’Africa, dall’America meridionale all’Asia. Come sappiamo, anche in Italia si terranno le elezioni
politiche il 4 marzo. Ci troviamo quindi già in piena campagna elettore visto
che il 28 dicembre scorso il Presidente della Repubblica Mattarella ha sciolto
le camere. Chi vincerà tra Matteo Renzi, Pietro Grasso, Silvio Berlusconi,
Luigi Di Maio? Quale forza politica riuscirà a formare un Governo? Difficile
dirlo, tenendo conto dell’attuale legge elettorale. Molti analisti dubitano che
una forza politica possa formare un nuovo governo tenendo conto dell’attuale
legge elettorale, staremo a vedere. Ma quest’anno in sette regioni italiane si
voterà anche per eleggere i rispettivi presidenti della Lombardia, Lazio, Molise, Basilicata, Trentino Alto
Adige, Valle D’Aosta e Friuli Venezia Giulia. Le date non sono
state ancora stabilite, ad ogni modo le elezioni regionali presumibilmente si
terranno in autunno anche se si pensa che per alcune regioni è probabile un
accorpamento con le politiche di marzo.
Se ci spostiamo
invece sugli altri continenti, la situazione non sembra così semplice a causa
di equilibri molto precari sul piano politico ed economico, come nel caso
dell’America meridionale. In autunno si terranno le elezioni in Brasile e l’ex presidente Lula sfiderà
e Jair Bolsonaro, un deputato federale conservatore. Il clima politico
brasiliano non è certo dei più sereni visto che entrambi i candidati hanno
diversi guai giudiziari ed è difficile sapere chi la spunterà. Oltre al
Brasile, nel Sudamerica saranno coinvolti nelle elezioni politiche anche il Messico, Colombia, Paraguay e Venezuela. Gli occhi saranno puntati
soprattutto sul Messico e sul Venezuela; se i messicani voteranno il Partido de la Revolución Democrática (PRD), i
rapporti con gli Usa potrebbero pesare notevolmente, visto che già da tempo non
sono tra i migliori. In Venezuela invece si corre il serio rischio di ulteriori
tensioni, un paese ormai già allo stremo in seguito alla diffusa corruzione,
alla politica economica inefficiente e al crollo dei prezzi del petrolio.
Anche l’Africa vedrà
diversi Paesi sulla scena politica: Libia,
Camerun, Repubblica Democratica del Congo, Madagascar e Zimbabwe.
Sappiamo quanto siano delicati gli equilibri politici ed economici di questi
Paesi tra scontri religiosi, repressioni militari e scontri razziali.
Infine in Asia si
voterà in Armenia, Azerbaigian, Georgia, Malesia, Bhutan,
Cambogia e Pakistan. Proprio tra il Pakistan e gli Stati Uniti i
rapporti stanno diventando sempre più complicati e rischiano di precipitare
definitivamente; la Casa Bianca infatti accusa Islamabad di proteggere gli
uomini del clan lan Haqqani, notoriamente alleato con i Talebani afgani.
Da ricordare infine che
a giugno il Canada ospiterà il 44esimo summer del G7. Visto lo scenario
generale, sarà particolarmente interessante capire quali saranno gli impegni
che verranno presi, quale sarà il ruolo dell’Europa, quanto influirà la
politica economica degli Usa, perché i sorrisi e gli abbracci non bastano in un
mondo in continuo cambiamento politico, economico, sociale ed ambientale.
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