venerdì 5 gennaio 2018

Appuntamenti politici nazionali e internazionali del 2018


Foto Sputniknews


Il 2018 sarà un anno ricco di appuntamenti politici nazionali e internazionali: dall’Europa all’Africa, dall’America meridionale all’Asia. Come sappiamo, anche in Italia si terranno le elezioni politiche il 4 marzo. Ci troviamo quindi già in piena campagna elettore visto che il 28 dicembre scorso il Presidente della Repubblica Mattarella ha sciolto le camere. Chi vincerà tra Matteo Renzi, Pietro Grasso, Silvio Berlusconi, Luigi Di Maio? Quale forza politica riuscirà a formare un Governo? Difficile dirlo, tenendo conto dell’attuale legge elettorale. Molti analisti dubitano che una forza politica possa formare un nuovo governo tenendo conto dell’attuale legge elettorale, staremo a vedere. Ma quest’anno in sette regioni italiane si voterà anche per eleggere i rispettivi presidenti della Lombardia, Lazio, Molise, Basilicata, Trentino Alto Adige, Valle D’Aosta e Friuli Venezia Giulia. Le date non sono state ancora stabilite, ad ogni modo le elezioni regionali presumibilmente si terranno in autunno anche se si pensa che per alcune regioni è probabile un accorpamento con le politiche di marzo.
In Europa invece a settembre sarà il turno della Svezia ad andare al voto e stando agli ultimi sondaggi, con ogni probabilità l’attuale premier Stefan Lofven dovrebbe essere rieletto. La Russia invece andrà al voto il 18 marzo per decidere il nuovo presidente. Qui non ci saranno grosse sorprese visto che Vladimir Putin gode di un pieno consenso popolare e potrà così ottenere il suo quarto mandato.
Se ci spostiamo invece sugli altri continenti, la situazione non sembra così semplice a causa di equilibri molto precari sul piano politico ed economico, come nel caso dell’America meridionale. In autunno si terranno le elezioni in Brasile e l’ex presidente Lula sfiderà e Jair Bolsonaro, un deputato federale conservatore. Il clima politico brasiliano non è certo dei più sereni visto che entrambi i candidati hanno diversi guai giudiziari ed è difficile sapere chi la spunterà. Oltre al Brasile, nel Sudamerica saranno coinvolti nelle elezioni politiche anche il Messico, Colombia, Paraguay e Venezuela. Gli occhi saranno puntati soprattutto sul Messico e sul Venezuela; se i messicani voteranno il Partido de la Revolución Democrática (PRD), i rapporti con gli Usa potrebbero pesare notevolmente, visto che già da tempo non sono tra i migliori. In Venezuela invece si corre il serio rischio di ulteriori tensioni, un paese ormai già allo stremo in seguito alla diffusa corruzione, alla politica economica inefficiente e al crollo dei prezzi del petrolio.
Anche l’Africa vedrà diversi Paesi sulla scena politica: Libia, Camerun, Repubblica Democratica del Congo, Madagascar e Zimbabwe. Sappiamo quanto siano delicati gli equilibri politici ed economici di questi Paesi tra scontri religiosi, repressioni militari e scontri razziali.
Infine in Asia si voterà in Armenia, Azerbaigian, Georgia, Malesia, Bhutan, Cambogia e Pakistan. Proprio tra il Pakistan e gli Stati Uniti i rapporti stanno diventando sempre più complicati e rischiano di precipitare definitivamente; la Casa Bianca infatti accusa Islamabad di proteggere gli uomini del clan lan Haqqani, notoriamente alleato con i Talebani afgani.
Da ricordare infine che a giugno il Canada ospiterà il 44esimo summer del G7. Visto lo scenario generale, sarà particolarmente interessante capire quali saranno gli impegni che verranno presi, quale sarà il ruolo dell’Europa, quanto influirà la politica economica degli Usa, perché i sorrisi e gli abbracci non bastano in un mondo in continuo cambiamento politico, economico, sociale ed ambientale.

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