martedì 19 settembre 2017

Trump e Jong-un: storia, armi, sanzioni e bitcoin



Per capire meglio la preoccupante tensione di questi ultimi mesi tra Corea del Nord e Stati Uniti bisogna prendere in esame alcuni punti fondamentali come la storia, lo sviluppo delle armi atomiche, le sanzioni economiche e la cyber-finanza.
La storia. La tensione tra i due Paesi infatti non è nuova ma risale alla seconda guerra mondiale, quando tutta la penisola coreana faceva parte dell’Impero Giapponese. Nel 1945, dopo la sconfitta dell’Asse (Germania, l'Italia e Giappone), Unione Sovietica e Stati Uniti si divisero la penisola in due zone lungo il 38esimo parallelo: il nord all’URSS e il sud agli Usa. In seguito, con l’intento di una riunificazione nazionale, Kim Il-Sung invade nel 1950 la Corea del Sud, grazie anche all’appoggio dell’Unione Sovietica e della Repubblica Popolare Cinese. La guerra durò tre anni e causò poco meno di 3 milioni di morti con il rischio che si innescasse un conflitto mondiale con un possibile utilizzo di bombe nucleari.
Dopo un estenuante conflitto sia come perdite di vite umane ma anche dal punto di vista economico, il 27 luglio del 1953 fu firmato l’armistizio che ristabiliva sostanzialmente la situazione precedente. I cinesi e gli americani erano soddisfatti di questo armistizio ma i nordcoreani non furono mai favorevoli; nemmeno la conferenza di Ginevra che si svolse nel 1954 raggiunse un risultato positivo. Da allora gli americani controllano il confine della Corea del Sud con migliaia di soldati e arsenali nucleari. Nel frattempo sia la Russia che la Cina subiscono profondi cambiamenti politici, economici e culturali (la caduta del Muro di Belino, la protesta di piazza Tienanmen, ecc) mentre la Corea del Nord resta sempre più isolata e oggi non può contare più su un eventuale appoggio dei suoi ex alleati come è avvenuto nel 1950.
Le armi. In questo scenario il presidente nordcoreano Kim Jong-un continua a sviluppare le tecnologie nucleari e provocare l’Occidente con i suoi test atomici per diverse ragioni: non fare la stessa fine di Gheddafi e Saddam Hussein, due dittatori che avevano rinunciato ai loro programmi nucleari e poi sono stati umiliati e uccisi dagli stessi americani; dimostrare la propria forza, mantenere la propria indipendenza, le proprie tradizioni e soprattutto costringere gli Stati Uniti a negoziare. Qualcuno crede anche che Kim Jong-un, tra i suoi obiettivi, voglia riunire la Corea. Dal 1953 ad oggi quindi, la tensione tra la Corea del Nord e l’Occidente non ha trovato mai una vera soluzione. Nel frattempo non solo Jong-un continua a sviluppare le proprie armi, ma anche l’America di Trump ha incremento gli stanziamenti nel settore della Difesa, con il rischio di una catastrofe globale come ha ricordato il Presidente della Russia, Vladimir Putin.
Le sanzioni. Pochi giorni fa il Consiglio di Sicurezza dell’ONU ha approvato all’unanimità una risoluzione proposta dagli Stati Uniti che inasprisce le sanzioni già in atto verso Pyongyang con un pesante taglio all’export pari ad un miliardo di dollari. L’isolamento della Corea del Nord diventa sempre più forte visto che il documento che vieta le esportazioni di carbone, ferro, piombo e prodotti ittici è stato firmato anche dalla Russia e dalla Cina. Ma le sanzioni economiche possono risultare irragionevoli perché colpiscono le popolazioni civili e le classi sociali più deboli e mai i potenti, non fermano il programma nucleare di Kim Jong-un e soprattutto inaspriscono un clima già teso.
Bitcoin. Nonostante le sanzioni, Jong-un non ferma il suo programma di sviluppo nucleare e missilistico. Ma quali sono le fonti principali di finanziamento della Corea del Nord? Pyongyang invia all’estero i sui lavoratori e le stime delle loro rimesse verso Corea del Nord si aggirano intorno al miliardo di euro; l’altra fonte di finanziamento è l’esportazione di armi in alcuni Paesi africani. Inoltre, Pyongyang, per aggirare ulteriori restrizioni economiche e commerciali inflitte dall'Onu, sembra faccia ricorso all'accumulo di bitcoin. Ricordo brevemente che il bitcoin è una moneta virtuale inserita in un database che si chiama blockchain. Questo mega database tiene traccia di tutte le transazioni in modo assolutamente anonimo è non fa capo a nessuna banca mondiale. In questo modo la cripto-valuta può essere utilizzata per qualsiasi operazione finanziaria. Per questo Jamie Dimon, amministratore delegato della più grande banca mondiale JP Morgan Chase, ha dichiarato che “Bitcoin è una truffa ed è una bolla che esploderà” per il semplice fatto che bitcoin non può essere controllato, è un nuovo protocollo che sfugge al controllo delle grandi banche e questo lo sa molto bene Kim Jong-un.
Tutto lo scenario quindi è molto complesso e gli organi di informazione spesso non aiutano e presentano Kim Jong-un semplicemente come un “folle”. Possiamo comunque porci delle domande lecite però: perché questa tensione tra Stati Uniti e Corea del Nord si è intensificata subito dopo l’elezione di Trump? Che garanzia ha Kim Jong-un di non fare la stessa fine di Gheddafi e Saddam Hussein? Perché l’America chiede il disarmo ma non si disarma contestualmente? Quanto ci costa questa “democrazia” in termini di vite umane (Afghanistan, Iraq, Iran…)? Quanto ci costa questa esportazione della finanza globale in termini di diritti sociali, sempre meno garantiti anche da noi? Siamo sicuri che questo è il migliore dei mondi possibili in futuro?

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