Carlo Rovelli lo
scorso anno ha spiegato al Corriere della Sera i motivi per i quali non crede in Dio. Il noto fisico italiano,
autore del bestseller Sette brevi lezioni
di fisica, non ricorre a equazioni complicate o a dati scientifici, ma
spiega semplicemente di non credere in Dio dal punto di vista umano; per questo
probabilmente le sue parole hanno avuto una risonanza mediatica. Sappiamo bene quanto
abbia determinato la fisica nel pensiero umano e lo scontro tra fede e scienza
lungo la storia, per non parlare dei tanti scienziati che hanno pagato un caro
prezzo per le loro idee e le loro scoperte, per aver smascherato miti, leggende
e superstizioni. La lista di persone giustiziate per eresia è troppo lunga, per
fortuna oggi non è più così, almeno in Occidente, ma desta ancora molta attenzione
mediatica e suscita dibattiti accesi se un fisico spiega pubblicamente perché non
crede in Dio. Ma leggiamo le sue parole:
“Recentemente
diversi amici mi hanno chiesto perché non credo in Dio. Ecco la mia risposta. A
me non piacciono quelli che si comportano bene per paura di finire all’inferno,
preferisco quelli che si comportano bene perché amano comportarsi bene. A me
non piacciono quelli che sono buoni per piacere a Dio, preferisco quelli che
sono buoni perché sono buoni. Non mi piace rispettare i miei simili perché sono
figli di Dio, mi piace rispettarli perché sono esseri che sentono e che
soffrono. Non mi piace chi si dedica al prossimo e coltiva la giustizia
pensando in questo mondo di piacere a Dio, mi piace chi si dedica al prossimo
perché sente amore e compassione per la gente. A me non piace sentirmi in
comunione con un gruppo di persone stando zitto dento ad una chiesa ascoltando
una funzione, mi piace sentirmi in comunione con un gruppo di persone guardando
i miei amici negli occhi, parlando con loro, guardando il loro sorriso. Non mi
piace emozionarmi davanti alla natura perché Dio l’ha creata così bella, mi
piace emozionarmi perché è così bella. A me non piace consolarmi della morte,
pensando che Dio mi accoglierà, mi piace guardare in faccia la limitatezza
della nostra vita e imparare a sorridere con affetto a sorella morte. Non mi
piace chiudermi nel silenzio e pregare Dio, mi piace chiudermi nel silenzio e
ascoltare le profondità infinite del silenzio. Non mi piace ringraziare Dio. Mi
piace svegliarmi al mattino, guardare il mare, ringraziare il vento, le onde,
il cielo e il profumo delle piane, la vita che mi fa vivere e il sole che si
alza. A me non mi piacciono quelli che mi spiegano che il mondo l’ha creato
Dio, perché penso che non lo sappia nessuno di noi da dove viene il mondo.
Penso che chi dice di saperlo si illude; preferisco guardare in faccia il mistero,
sentirne l’emozione, tremenda, piuttosto che cercare di spegnerla con delle
favole. A me non piacciono coloro che credono in Dio e sanno dove sta la
verità, perché penso che in realtà siano ignoranti quanto me. Penso che il
mondo sia per noi ancora uno sterminato mistero; a me non piacciono quelli che
conoscono le riposte, mi piacciono più quelli che le risposte le cercano e
dicono non lo so. Mi piace parlare agli amici, provare a consolarli se
soffrono, mi piace parlare alle piante, dare a loro da bere se hanno sete, mi
piace amare, mi piace guardare il cielo in silenzio, mi piacciono le stelle, mi
piacciono infinitamente le stelle. Non mi piace chi si rifugia nelle braccia di
una religione quando è sperso, quando soffre. Preferisco chi accetta il vento della
vita e sa che gli uccelli dell’aria hanno il loro nido ma il figlio dell’uomo
non ha dove riposare il suo capo. E siccome vorrei essere simile alle persone
che mi piacciono e non a quelli che non mi piacciono, non credo in Dio”.
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