Padova – La Venice
Film è una società di produzione cinematografica e televisiva
che ha realizzato documentari, format, programmi e fiction per la
televisione, cortometraggi e lungometraggi per il cinema. In questi giorni è
alle prese con un nuovo film dal titolo “Rosso Istria” che
uscirà agli inizi del prossimo anno. La pellicola è diretta dal giovane attore
italo-argentino Maximiliano Hernando Bruno basata sulla
sceneggiatura di Antonello Belluco.
Dalla
descrizione del film di legge: “Siamo nel settembre del 1943, nei giorni in cui
nei territori italiani martoriati dalla guerra scoppia il caos: il maresciallo
Badoglio, capo del governo italiano, chiede ed ottiene l’armistizio da parte
degli anglo–americani e unitamente al re fugge da Roma, lasciando l’Italia allo
sbando. L’esercito non sa più chi è il nemico e chi l’alleato. Il dramma si
trasforma in tragedia per i soldati abbandonati a sé stessi nei teatri di
guerra, ma anche e soprattutto per le popolazioni civili Istriane, Fiumane,
Giuliane e Dalmate, che si trovano ad affrontare un nuovo nemico: i partigiani
di Tito, che avanzano in quelle terre, spinti da una furia anti-italiana. In
questo drammatico contesto storico, avrà risalto la figura di Norma
Cossetto, giovane studentessa istriana, laureanda all’Università di
Padova, barbaramente violentata e uccisa dai partigiani titini, per la sola
colpa di essere Italiana”.
Il film narra
vicende storiche realmente accadute e tocca un tema drammatico, quello delle foibe,
che ha suscitato spesso un notevole dibattito storico e politico. Tra i
protagonisti c’è Selene Gandini che impersona Norma e il
grande Franco Nero nei panni del Professor Ambrosi, che tanto
aiutò la Cossetto.
Franco Nero è
uno dei più grandi attori del nostro Paese, e sicuramente tra i più conosciuti
all’estero. Ha collaborato con attori e registi di fama internazionale e tra
gli ultimi film ricordiamo la sua partecipazione in “Django Unchained”
di Quentin Tarantino.
Sul set di
“Rosso Istria”, ho avuto l’occasione di rivolgergli alcune domande.
-Cosa ha pensato dopo aver letto la
sceneggiatura?
Ho pensato
che mi faceva piacere stare nel progetto perché l’ho ritenuta molto importante.
È una delle pagine peggiori dell’Italia di quel periodo, degli anni 40, e allora
ho detto va bene, ho accettato molto volentieri.
-Qual è il suo ruolo all’interno di questo
film?
Interpreto
la parte di un professore, sono l’anima intellettuale del film; un professore a
cui tutti vanno a chiedere consigli, a parlare, soprattutto i giovani e cerco
di dare i migliori consigli che posso. Poi farà una brutta fine anche lui come
tutti gli altri.
-In questo caso il cinema come memoria
storica ricopre un ruolo fondamentale. Immagino che il film sia un invito alla
riflessione per le nuove generazioni.
Questo film
viene fatto soprattutto per non dimenticare; i giovani devono anche loro sapere
cosa è successo, fa parte della storia, anche loro saranno sicuramente
sconvolti da questa vicenda, però è un bagaglio che porteranno sempre con sé.
-Dopo la seconda guerra mondiale, si cercò
di concretizzare l’idea di una Europa unita affinché non si ripetessero più
tante tragiche vicende. Un’Europa di pace, di prosperità, di crescita economica
e sociale. Oggi assistiamo invece all’uscita della Gran Bretagna dall’Unione
Europea. Qual è la sua opinione sull’esito del referendum inglese?
Io penso che
sia un peccato perché io vivo in Inghilterra, la mia famiglia è inglese e credo
che sia un peccato per l’Inghilterra, ma più che altro perché gli inglesi non
vogliono gli immigrati, questa è la verità. Di poco, perché hanno vinto di
pochissimo, mi sembra che sia il 52% contro il 48%. È veramente un peccato
perché l’Inghilterra soffrirà molto di questo, vedrà.
-Il suo prossimo progetto?
È un film
inglese che giriamo tra Londra e il sud della Francia, una commedia diciamo
divertente ma anche amara, penso sarà un bellissimo film.
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