Padova – Nel mondo si contano più di 45 muri, eretti per contrastare l’immigrazione e gli scambi commerciali, sociali e culturali; solo in Europa se ne contano sette: il muro di Asotthalom al confine ungaro-serbo, il muro tra Bulgaria e Turchia, il duplice muro tra il Marocco e le città autonome spagnole di Ceuta e Melilla, la barriera di separazione tra la città greca di Nea Vyssa e la turca Edirne, le 99 “peace lines” che si snodano per 13 chilometri a Belfast nell’Irlanda del Nord, il muro di Calais in Francia per rendere inaccessibile il porto ai migranti somali, sudanesi ed eritrei, ed il muro di macerie nella città di Mitrovica nel Kosovo. Stando alle notizie di questi giorni, sembra che la lista dovrà essere aggiornata;
l’Austria infatti ha deciso di costruire un muro al confine con la
Slovenia e ha iniziato i lavori per creare una barriera anche sul Brennero,
allo scopo di impedire ai migranti di attraversare la frontiera. La
notizia desta molta preoccupazione in virtù del fatto che è la prima
volta che un muro viene eretto tra Paesi dell’area Schengen.
mercoledì 20 aprile 2016
giovedì 14 aprile 2016
L’uomo al di sopra di Dio: Jung risponde a Giobbe
Padova – Nel corso dei secoli, molti studiosi hanno preso in esame il Libro di Giobbe
della Bibbia perché rappresenta un punto imprescindibile da cui partire
quando si affrontano tematiche intorno al male, come la giustizia
retributiva, la sofferenza degli innocenti e la sofferenza come prova.
Una riflessione originale è stata data senza dubbio da Carl Gustav Jung (Kesswil, 1875 – Küsnacht, 1961) con il famoso saggio Risposta a Giobbe,
pubblicato nel 1952, suscitando notevole scalpore soprattutto tra i
teologi. Jung si pose l’obiettivo di fornire un’interpretazione
psicoanalitica del rapporto tra Yahwèh e Giobbe. Per lo psichiatra
svizzero, nel Libro di Giobbe si verifica un evento
fondamentale: Dio prende coscienza della superiorità morale di Giobbe e
di conseguenza si farà uomo per mezzo del figlio Gesù Cristo, così da
riscattare l’ingiustizia che aveva causato.
martedì 5 aprile 2016
Ambiente, tecnica e capitalismo finanziario. Vita e morte di una società
Padova – Nell’ultimo secolo,
molti studiosi hanno cercato di spiegare le cause che hanno determinano
la fine di una società; tra questi ricordiamo sicuramente l’americano Jared Diamond,
tra i più importanti geografi e antropologi a livello mondiale. Ha
scritto testi importanti tra cui “Armi, acciaio e malattie” (1997) e
“Collasso. Come le società scelgono di morire o vivere” (2005).
Nel 1972, Diamond si trovava in Nuova Guinea e un abitante locale gli fece una domanda: “Come mai voi bianchi avete tutto questo cargo e lo portate qui in Nuova Guinea, mentre noi neri ne abbiamo così poco?”; per cargo si intendono tutti quei beni tecnologici di cui i guineani erano privi prima dell’arrivo dei coloni. Da questa semplice domanda Diamond inizia una lunga ricerca antropologica, archeologica, biologica, molecolare, linguistica che lo portarono alla pubblicazione di Armi, acciaio e malattie, conquistando il Premio Pulitzer per la saggistica. L’autore spiega come il successo delle civiltà europee, che hanno conquistato terre come l’America, l’Africa e l’Oceania, è stato determinato grazie alle condizioni ambientali e alla presenza di grossi mammiferi facili da addomesticare e non per una presunta superiorità dell’intelligenza dell’uomo bianco sui neri, così come affermava il diplomatico francese Joseph-Arthur de Gobineau nel 1855 nel suo libro Saggio sulle ineguaglianze delle razze umane; questo dato era stato tra l’altro già ampiamente dimostrato anche dai progressi della genetica nel secolo scorso. Il colore della pelle e la forma del corpo derivano esclusivamente dalle conseguenze ambientali e climatiche.
Nel 1972, Diamond si trovava in Nuova Guinea e un abitante locale gli fece una domanda: “Come mai voi bianchi avete tutto questo cargo e lo portate qui in Nuova Guinea, mentre noi neri ne abbiamo così poco?”; per cargo si intendono tutti quei beni tecnologici di cui i guineani erano privi prima dell’arrivo dei coloni. Da questa semplice domanda Diamond inizia una lunga ricerca antropologica, archeologica, biologica, molecolare, linguistica che lo portarono alla pubblicazione di Armi, acciaio e malattie, conquistando il Premio Pulitzer per la saggistica. L’autore spiega come il successo delle civiltà europee, che hanno conquistato terre come l’America, l’Africa e l’Oceania, è stato determinato grazie alle condizioni ambientali e alla presenza di grossi mammiferi facili da addomesticare e non per una presunta superiorità dell’intelligenza dell’uomo bianco sui neri, così come affermava il diplomatico francese Joseph-Arthur de Gobineau nel 1855 nel suo libro Saggio sulle ineguaglianze delle razze umane; questo dato era stato tra l’altro già ampiamente dimostrato anche dai progressi della genetica nel secolo scorso. Il colore della pelle e la forma del corpo derivano esclusivamente dalle conseguenze ambientali e climatiche.
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