L’8 marzo si festeggia la Festa della donna
in gran parte del mondo. La celebrazione si è tenuta la prima volta nel
1909 negli Stati Uniti per ricordare la tragedia di un gruppo di
operaie di un’industria tessile di New York che protestarono per le
condizioni disumane in cui lavoravano. Il proprietario, per ritorsione,
bloccò tutte le porte di uscita dello stabilimento. Quel giorno scoppiò
un incendio e morirono 129 di loro.
La
Festa della donna sarebbe riconducibile anche ad un altro avvenimento
accaduto in Russia, quando l’8 marzo 1917, a San Pietroburgo, le donne
marciarono lungo le strade chiedendo a gran voce la fine della guerra e
manifestando per i loro diritti. In Italia la Festa delle donne venne
istituita la prima volta nel 1922.
Ma in questa rubrica vorremmo fare un passo indietro e chiederci: quanta responsabilità hanno avuto (e hanno) le religioni sulla condizione delle donne?
Le grandi religioni monoteiste hanno
sempre manifestato un atteggiamento di irriverenza e di disprezzo nei
confronti della donna. Purtroppo i testi Sacri dell’ebraismo,
dell’islamismo e del cristianesimo, in molti passi sottolineano come la
donna sia inferiore all’uomo sul piano spirituale e intellettivo. Per
fare qualche esempio, nel Talmud, uno dei testi sacri
dell’ebraismo, in riferimento alle donne si legge: “Tanto vale spezzare
le Tavole della legge piuttosto che spiegargliele”. Il Corano, il testo
sacro dell’Islam recita: “Ammonite quelle (donne) di cui temete
l’insubordinazione, lasciatele sole nei loro letti, picchiatele”.
Anche
nel cristianesimo la donna è sempre stata subordinata a quello
dell’uomo; potremmo citare numerosi esempi, dalla Bibbia a Tertulliano,
da Agostino d’Ippona a Tommaso d’Aquino; ma senza scomodare i Padri
della Chiesa e i primi filosofi cristiani, è bene ricordare che nel
1489, due frati domenicani pubblicarono il Malleus Maleficarum,
un trattato che all’epoca ebbe un grande successo, secondo solo alla
Bibbia. Era un manuale che aveva lo scopo specifico di reprimere le
eresie, di riconoscere la stregoneria e le torture da attuare. Si
sosteneva l’inferiorità della donna anche perché, secondo i due frati
domenicani, l’etimologia del termine femina è composto da fe
(fede) e da minus (meno) cioè colei che ha meno fede. Le donne accusate
di stregoneria dall’Inquisizione, venivano sottoposte ad interrogatori
estenuanti, torturate crudelmente e mandate al rogo. Gli ultimi processi
per stregoneria si ebbero fino all’inizio del XVIII secolo; Voltaire
dirà: “Le streghe hanno smesso di esistere quando noi abbiamo smesso di bruciarle”.
Anche nel Novecento la Chiesa ribadisce la subordinazione della donna nei confronti dell’uomo. Papa Paolo VI,
vescovo di Roma dal 1963 al 1978, affermò: “Dovere principale della
moglie è provvedere al governo della casa in subordinazione al marito.
All’uomo spetta l’ultima parola in tutte le questioni economiche
domestiche e la donna deve essere pronta all’obbedienza in tutte le
cose: il suo posto è soprattutto in casa. Son da condannare gli sforzi di quelle femministe le cui pretese mirano ad un’ampia uguaglianza fra uomo e donna”.
Le varie encicliche riguardanti la donna nell’ultimo secolo e le
recenti affermazioni di papa Bergoglio restano solo un tentativo di
riscattare la figura femminile.
La realtà è che le religioni si sono mostrate storicamente misogine e maschiliste;
difficilmente vedremo una donna ricoprire ruoli fondamentali
nell’ebraismo, nell’islamismo e nel cristianesimo. Ancora oggi in alcuni
Stati islamici, quelli più tradizionalisti che mirano alla
reintroduzione della sharia, le norme del Corano sono
interpretate ed applicate in maniera più rigida, dove le donne hanno una
libertà limitata, sono considerate inferiori all’uomo. In molti casi
alle donne è vietato di uscire di casa senza autorizzazione, sono
costrette a indossare sempre il burqa, non godono della libertà
di parola e di espressione, non possono studiare, non possono decidere
del loro destino e quello dei loro figli. L’Islam ammette la poligamia
quindi le donne sono costrette a convivere con altre mogli scelte
dall’uomo. Secondo il Corano, il marito può ripudiare la moglie quando
vuole ma non il contrario. Una donna accusata di adulterio può essere
assassinata tramite lapidazione.
Di certo la Festa della donna non avrebbe potuto mai avere una matrice religiosa.
La storia ci insegna che le conquiste sociali, politiche ed economiche
sia per l’uomo che per la donna iniziano quando si comincia a dubitare
di quei poteri politici e religiosi che incarnano idee assolute.
Nessun commento:
Posta un commento