Un libro
affascinante, denso di contenuti storici, filosofici, scientifici e
tecnologici. Nonostante la quantità di informazioni, il libro risulta
scorrevole e cattura il lettore fino alla fine. Ma chi è Yuval Noah Harari?
Harari è
uno storico, saggista e scrittore israeliano e le sue tesi vengono discusse in
ogni parte del mondo. Ha conseguito il dottorato di ricerca in Storia presso
l’Università di Oxford e oggi insegna presso il Dipartimento di Storia
dell’Università di Gerusalemme. Nel 2014 ha pubblicato il best seller
internazionale “Sapiens. Da animali a dei” che ha venduto più di 5 milioni di
copie e tradotto in più di 30 lingue. In “Homo Deus”, Harari si interroga sulle
prospettive future dell’umanità tracciando un lungo percorso che spiega come
l’uomo abbia conquistato il pianeta Terra fino agli scenari futuri del XXVI
secolo.
Ma andiamo
per gradi e cerchiamo di riportare alcuni temi del libro. Per migliaia di anni
l’uomo ha attraversato carestie, pestilenze e guerre. Ha invocato ogni sorta di
divinità pur di allontanare la sofferenza, ma si continuava a morire. Si
pensava che la penuria di cibo, la diffusione delle malattie e i conflitti
bellici appartenessero ad un piano cosmico divino. Dall'antica Grecia fino a
qualche secolo fa le persone sapevano che una epidemia avrebbe potuto
annientare la loro famiglia in un colpo solo. La Morte Nera ad esempio che
iniziò nel 1330, sterminò circa 200 milioni di persone tra Asia, Africa ed
Europa. Ma la Morte Nera non è stata la peggiore pestilenza della storia.
Effetti decisamente più disastrosi colpirono ad esempio l’America con l’arrivo
dei primi Europei con le loro malattie infettive da cui i nativi non erano
immuni. Nel corso dei secoli il progresso scientifico e tecnologico nel campo
della medicina è stato notevole e molte malattie infettive sono state
debellate. Nel 1979 l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha dichiarato
ad esempio la completa estinzione del vaiolo. La temutissima SARS si è concluso
con il decesso di 100 persone al mondo. Persino la tragedia dell’AIDS può
essere considerata come un segno del progresso medico; è vero che dalla sua
comparsa nel 1981 più di 30 milioni di persone sono morte, ma nel giro di 10
anni i nuovi medicinali hanno trasformato la malattia da una sentenza di morte
in una condizione cronica. Pensiamo per un momento se l’AIDS fosse comparsa nel
XIV secolo, sarebbe stata una tragedia peggiore della Morte Nera.