Si sa che il pensiero precede l’azione ma spesso l’uomo
agisce in modo diametralmente opposto, per istinto, senza pensare alle
conseguenze e soprattutto senza tener conto della storia e del suo
insegnamento. Tante sono state le battaglie culturali per realizzare un mondo
di pace e di serenità ma siamo ancora lontani dalla loro completa
realizzazione. Non solo intolleranze, ingiustizie e disuguaglianze sociali; oggi
nel mondo sono in atto numerosi conflitti e soprattutto incombe la paura che
possa scoppiare una guerra nucleare.
Prendiamo in considerazione per un attimo le dottrine
filosofiche, giuridiche e scientifiche del Settecento e dell’Ottocento in
relazione con quanto è successo nel Novecento e poniamoci qualche domanda sul
nostro momento storico. Nel XVIII secolo, durante l’Illuminismo, numerosi
filosofi e scienziati hanno sottolineato l’importanza del progresso culturale e
scientifico della società per raggiungere un mondo di pace e serenità. Voltaire
scrisse il Trattato sulla tolleranza che
costituisce un testo fondamentale sulla libertà di pensiero, il vero punto che
identifica una società civile; Montesquieu nella sua opera Lo spirito delle leggi parla della necessità di separare il potere
legislativo da quello esecutivo e giudiziario; la separazione dei tre poteri
infatti impedisce la corruzione e l’intolleranza del potere assoluto. Kant
nella Fondazione di una metafisica dei costumi auspica un “Regno dei fini”, una società ideale
che può essere realizzata attraverso l’esercizio della libertà umana da
esseri dotati di ragione. Dall’Illuminismo quindi nasce la consapevolezza di
avere il coraggio di servirsi della propria ragione con la speranza che si possa
realizzare un mondo di pace e di tolleranza, allontanando per sempre il
pensiero assoluto delle religioni e dei regimi totalitari.